domenica 4 luglio 2010
solo ''due ragazzi''...
quanti del pd non hanno ancora capito che anche quei ''due ragazzi che discutevano con me'', SONO il popolo?!? la gente, che chiede aiuto e urla che si sveglino, prima che sia troppo tardi...
sabato 3 luglio 2010
giovedì 1 luglio 2010
IL VISPO TERESO_by_tootsie
Il vispo Tereso
avea nel transetto
a volo sorpreso
gentil cervelletto.
E tutto giulivo
stringendolo vivo
gridava disteso:
"L’ho preso! L’ho preso!".
A lui supplicando
l’afflitto gridò:
"Vivendo e rubando
che male ti fò?
Tu sì mi fai male
chiudendo il canale!
Deh, lasciami! Che io….
son l’unto di Dio!".
Tereso irretito
ti fonda un partito:
"Va', torna al transetto,
gentil cervelletto".
Confuso, pentito,
Tereso arrossì,
dischiuse il portone
e quello fuggì.......
*********************************
Se questa è la storia
che sanno a memoria
i bimbi di un anno,
pochissimi sanno
che cosa gli avvenne
quand'era trentenne……
Un giorno di festa
il vispo Tereso
uscìa dal Congresso,
alzando i registri
per fare veder
i molti amministri
che a tutti i registi
fa molto piacer.
Romano, il regista,
vedendolo bello,
gli chiese il favore
di unirsi all’appello.
Tereso arrossì,
ma disse di sì.
"Verrete?" - "Verrò!
Ma badi però..."
"Parola d’onore!"
rispose il rettore.
Il giorno seguente,
Romano, il regista,
stringeva furente
la nuova conquista
e urlava, frainteso:
"T'ho preso, t'ho preso!"
A lui supplicando
Tereso gridò:
"Su, su, mi fai male!
Io son clericale!
Mi lasci che anch'io
son dentro il pollaio...
Se ha qualche programma
mi dica la somma..."
A tale oblazione
Romano sbuffò,
dischiuse le braccia,
e quello….. restò.
Perduto l'onore,
ripresa la diaria,
il vispo Tereso,
più vispo che prìa,
per niente pentito,
ma molto confuso,
capì che il Governo
non era concluso.
Per circa due lustri
fu caro a parecchi:
fra giovani e vecchi,
oscuri ed illustri,
il vispo Tereso
fu preso e ripreso.
Contento e giulivo
s'offriva e soffriva….
(ministro che soffre,
se apostrofa l'esse,
ha tutto interesse
a dire che s’offre….)
Ma giunto ai cinquanta,
con l'anima affranta,
col viso un po' tinto,
e il resto più finto,
per torsi d'impaccio
dai prossimi acciacchi
sferzava il colpaccio
a soci & colbacchi.
Un giorno, un ministro,
porgendo un giornale,
gli diede un consiglio
un po’… plateale!
Tereso lo ascolta,
ci pensa e gli chiede:
"Si vuole alleare?
Farebbe un affare!"
Ma quel, di rimando,
rispose: "No, no!...
Vivendo e non votando
che male ti fò?
Confuso e pentito
Tereso arrossì,
s’alzò dallo scranno
e quello sparì…...
Ed ora Tereso,
pentito davvero,
non ha che un pensiero:
diventar battagliero!
Con l'anima stracca
s’insedia e stravacca,
offrendo al regista
l’anima d’un perbenista
che batte la fiacca.
Ma, spesso, fissando
con l'occhio smarrito
il nano maldetto,
suo vecchio alleato,
che or sembra il detrito
di quel cervelletto
che un dì non lontano e giulivo
ghermiva ben vivo.
Così come allora,
Tereso risente
la voce innocente
che prega ed implora:
"Deh, lasciami! Che io
son l’unto di Dio!"
"Son proprio nefasto!"
sospira Tereso,
ascoltando l’avviso
del nuovo rimpasto.
"Se qui non son lesto
mi scappa anche questo."
E fiuta, e rifiuta,
tossisce e starnuta:
il naso è una tromba
che squilla e rimbomba
e pare che l'eco
si butti allo spreco...
Tra un botto e un rimpianto,
tra un soffio e un etccì,
il vispo Tereso…..
ti ri-fonda un partì!!
'copiràit' pdv – tootsie
moooolto liberamente tratto da:
La farfalletta (La vispa Teresa) - Luigi Sailer (1825 - 1885)
La Vispa Teresa - Trilussa (C. A. Salustri, 1873-1950)
[ogni riferimento a fatti e persone, è puramente casuale (o azzeccato, a seconda di chi legge... ;o) )]
mercoledì 30 giugno 2010
correva l'anno 461 a.c.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi:
e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle
loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti
dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a
preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non
come un atto di privilegio, come una ricompensa al
merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita
quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e
non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro
prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e
tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi
pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari
quando attende alle proprie faccende private, ma
soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere
le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è
stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non
dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che
ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non
scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che
è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo
consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi
siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui
ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo
sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la
libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e
che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice
versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a
fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la
nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai
uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
il "mio" 11/09...
Riproponevano immagini, interviste, commenti... Quel giorno ero proprio davanti al televisore, aspettando di vedere qualcosa o di ascoltare qualcuno che parlasse del "mio" 11/9...
Io ricordo ancora così il mio 11/9...
Quello di adesso l'ho memorizzato e metabolizzato in modo strano: l'unica frase che ho detto, ricordo, è stata: "Mamma mia, si sono fatti fare un'altra Pearl Harbor"...
all'epoca vivevo in venezuela, ricordo che nel 1972 era arrivata, già ad anno scolastico iniziato, una ragazza proveniente dal chile, si chiamava beatrix e raccontava di suo padre, un colonnello delle forze armate. a ottobre del '73 lasciò la scuola, e solo dopo capii che forse gradivano più riverire una bestia, pinochet, che salutare i nuovi amici.
alla fine, i morti del 2001 e quelli del 1973 non hanno differenze... il ricordo e la sofferenza deve essere pari, perchè pari deve essere il ribrezzo e la rabbia verso quel potere che li ha sacrificati.
giovedì 17 giugno 2010
Er Cervo...
sfasciò co' du' cornate
le staccionate che ciaveva intorno.
"Giacché me metti la rivoluzzione"
- je disse l'Omo appena se n'accorse -
"te tajerò le corna, e allora forse
cambierai d'opinione..."
"No," - je disse er Cervo - "l'opinione resta
perché er pensiero mio rimane quello:
me leverai le corna che ciò in testa,
ma no l'idee che tengo ner cervello"...
(Trilussa)